Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Alessandro Matri ha fatto un bilancio dell’inizio di stagione con la maglia del Genoa. Esperienza iniziata con infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo, favorendo così l’exploit di Pinilla, autore fin qui di due reti. Ma al momento è l’ex di Cagliari, Juventus, Milan e Fiorentina ad essere in vantaggio sul compagno di squadra, avendo siglato tre gol, l’ultimo dei quali – decisivo – in extremis contro il Parma domenica scorsa:
La concorrenza con Pinilla non è un ostacolo, ma uno stimolo, non è un problema ma un incentivo. Io ho subito un infortunio che mi ha rallentato, adesso sto bene, ma non per questo mi sento titolare.
Matri ha assicurato che con Pinilla “c’è rispetto e stima” per davvero; poi ha mostrato consapevolezza dell’evoluzione del calcio dove “parlare di titolari e riserve è sbagliato, in ogni squadra di buon livello ci sono più giocatori per ruolo”. Per quanto riguarda gli obiettivi personali, l’attaccante ha raccontato di sognare il ritorno in Nazionale ed ha commentato con poche ma emblematiche parole il suo ultimo anno, diviso tra Milan e Fiorentina, orribile:
Io ho 30 anni, non 35, e sono abituato a guardare avanti, dimentico in fretta il passato e soprattutto le cose negative che ho vissuto, come l’ultima stagione tra Milan e Fiorentina nella quale non ero me stesso. Ho scelto il Genoa perché qui potevo rilanciarmi: è il club più antico d’Italia, ha una tifoseria incredibile e un allenatore come Gasperini che ama il gioco d’attacco e ha sempre fatto segnare i suoi centravanti. Non lo nascondo: spero ancora nella Nazionale. Conosco il commissario tecnico Conte e lui conosce me, ma soprattutto so che dipende da come gioco. Qui, magari, non possiamo pensare di vincere grandi titoli, ma gli obiettivi
non ci mancano.
Matri si merita la Nazionale o è da considerarsi un calciatore che esprime il meglio soltanto a livelli medio-bassi?
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